Turbine Rosso - 1916

R.: Oreste Gherardini- S.: E. Fondi, dal diario della Principessa Daria Kara-Georgevich- F.: Umberto Romagnoli- Int.: Lola Visconti-Brignone (Milena), Marcello Giorda (Pietro), Milorad Petrovich (Alessandro Dinovich), Carlo Gualandri ( Giorgio), Oreste Gherardini- P.: Volsca-film, Velletri- V.c.: 11535 del 15.5.1916- P.v.romana.: 6.7.1916- Lg.o.: mt. 1298.

TRAMA DEL FILM
Pietro (Marcello Giorda), un ufficiale bulgaro, è innamorato di Milena (Lola Visconti-Brignone), sorella del maggiore serbo Alessandro Dinovich (Milorad Petrovich). Quando scoppia la guerra tra i due paesi, Pietro diserta e si arruola nell'esercito serbo, per stare vicino a Milena. Ma quando, in un'azione bellica, è costretto allo scontro con un drappello bulgaro comandato da suo fratello Giorgio (Carlo Gualandri), si immola eroicamente, al grido di "Viva la Serbia!".
L'esercito bulgaro è più forte e sbaraglia le resistenze della Serbia, che viene saccheggiata, mentre i suoi abitanti vengono torturati e trucidati.

E' proprio Giorgio, alla testa di una pattuglia bulgara, ebbra di bottino e di strage, che penetra in casa di Milena e tenta di violentarla; ma il maggiore Dinovich la salva e, fatto prigioniero Giorgio, gli risparmia la vita, gridandogli in faccia il suo disprezzo.
L'esercito serbo si riorganizza sui monti, volgendosi verso l'altra riva dell'Adriatico: quei cuori generosi e forti troveranno aiuto nella terra sacra alla libertà dei popoli oppressi: l'Italia!.
(La trama è stata tratta da: "Bianco e Nero"di Vittorio Martinelli. Il cinema muto italiano 1916.Roma, n°51, 1990. Edizioni, Nuova Eri.)

CRITICA
Turbine Rosso. Poche films sono state precedute da tanta aspettativa come questa della "Volsca".
Abbiamo potuto parlare con persona che ebbe il piacere di vedere "Turbine Rosso" in visione privata, e ce ne disse un gran bene: soggetto, messa in scena, fotografia, interpretazione, ottimi sotto ogni rapporto. Sappiamo poi che le scene dal vero, sono state girate in Serbia dall'operatore Umberto Romagnoli, di modo che la film, oltre ad essere un raro documento della brutale invasione bulgara, avrà il privilegio di presentare come primizia al pubblico scene autentiche della guerra balcanica, e, per la verità, il nostro informatore ci assicurò che tali scene sono state innestate in "Turbine Rosso" con tale maestria, da far riuscire la film un vero capolavoro del genere.

Del resto, a giustificare l'aspettativa per questo lavoro, basterà citare il nome dellla principale e ben nota interprete: Lola Visconti Brignone, che in questo lavoro ci si dice abbia profuso tutti i tesori, della sua arte squisita.

Bene ha fatto la Ditta A. De Giglio ad accaparrarsi l'esclusività di questa film, e da parte nostra le auguriamo un successo pieno e incontrastato, come si merita.

("La Vita Cinematografica". Torino, 22-30 Maggio, 1926. Anno VII, n° 19-20.)

"Anzitutto, la base su cui è impostato il soggetto è sbagliata. Un uomo, a qualunque nazione egli appartenga, che per l'amore di una donna arriva a disertare a combattere contro la propria patria, è degno del massimo disprezzo di tutti!

Tale fatto non doveva ignorarlo il soggettista di Turbine Rosso(o almeno credeva di poter rendere la figura simpatica, sotto la patina patriottica?) che ci mostra come un giovane bulgaro, per seguire la donna che ama, tradisce non solo la sua patria, ma arriva a combattere contro i suoi fratelli. Egli, qualunque cosa si dica, è un traditore, poichè la prima volta tradisce la Bulgaria disertando; la seconda volta tradisce la Serbia, non facendo esplodere la mina che doveva far saltare un ponte per impedire l'invasione bulgara.

Che vale che egli poi si lasci ammazzare col fucile in mano-senza far fuoco-gridando: "Viva la Serbia"?. Il protagonista, così come ce lo presenta la Volsca, non suscita nessuna simpatia. Bene a ragione il fratello del traditore (lasciamo stare la truce brutalità col quale lo si vuol rendere odioso) esclama: "Ignoravo di trovarmi nella casa di coloro che hanno fatto di mio fratello un traditore!".

Parole giuste, ed io sono portato ad ammirare più l'ufficiale bulgaro, che non l'eroico Pietro. Eroico? Ma dov'è l'eroismo? Eroismo è quello di tradire la Serbia, troncando la miccia che doveva far scoppiare la mina? Questo è l'eroismo? Ma fateci il bel favore....direbbe il povero Oronzo....E quel Maggiore; quel Maggiore che invano il soggettista si sforza di mostrarcelo come un tipo d'eroe, non è egli una figura losca? E la giovane che induce il suo fidanzato a disertare, non è essa biasimevole? Se Milena amava veramente, doveva lasciare Pietro alla Bulgaria, o, al massimo, portarselo con sé, giammai farlo arruolare volontario.

Concludendo: le visioni del vero dovevano essere meglio sfruttate. L'interpretazione di Lola Visconti Brignone è veramente mirabile. Anche gli altri due attori principali fanno molto bene. Deficente la messa in scena. Nitida la fotografia".

(La critica è stata tratta da: "Bianco e Nero", di Vittorio Martinelli. Il cinema muto italiano 1916. Roma, n°51, 1990. Edizioni, Nuova Eri.)

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