Nemesis - 1920

R.: Carmine Gallone- Cms.: Giorgio Mannini- S.: da un romanzo di Paul Bourget- Sc.: Lucio D'Ambra- F.: Emilio Guattari- Scg.: Raffaello Ferro- Int.: Soava Gallone(Elisa di Roannez), Carlo Gualandri(Ugo Cordin), Ciro Galvani(Roudin), Achille Vitti, R. Scomox, Lorenzino Pery, Ida De Bonis, Gino Viotti- P.: D'Ambra-film, Roma- Di.. U.C.I.- V.c.: 15455 del 1.10.1920- P.v.romana: 11.12.1920- Lg.o.: mt. 2125

TRAMA DEL FILM
Elisa di Roannez(Soava Gallone), non volendo perdere i beni ereditati alla morte del marito, a condizione di non risposarsi, tiene segreto a tutti il suo nuovo matrimonio con il Capitano Ugo Cordin(Carlo Gualandri).

Il Capitano deve partire con il suo reggimento per l'Africa e così la bella duchessa di Roannez, piena d'amore e di disperazione, decide di nascondersi in una villa a Siena.
Successivamente scopre di essere incinta; scrive a Ugo scongiurandolo di tornare da lei, ma il Capitano resiste all'amore e rimane al suo posto d'onore.

Poichè la nascita di un figlio potrebbe danneggiarla, Elisa si rivolge a Roudin, un ginecologo russo, che è segretamente un nichilista, per procurarsi un aborto. In una cavalcata notturna, Elisa cade deliberatamente e la sua piccola creatura perisce.
Ugo ritorna dopo poco tempo e chiede a Elisa spiegazioni sul supposto nato; questa nega la verità, conosciuta poi, grazie al dottor Roudin. La duchessa, per orgoglio, non vorrebbe cedere all'amore del capitano ma, immediatamente tra i due si riaccende la fiamma della passione ed Elisa cade fatalmente tra le braccia di Ugo. Fatalmente perchè Nemesis, dea greca della misura umana, colpisce chi ha trasgredito le leggi della vita e della natura con il delitto.
Quest'ultima attua il suo compito per opera di un nano che la duchessa si teneva in casa. Questo, innamorato della duchessa e furiosamente geloso dell'amore reciproco tra Elisa ed il Capitano, allo scopo di far morire tra le fiamme i due amanti, appicca, durante la notte, un incendio al palazzo che uccide solamente la duchessa lasciando il Capitano Ugo inconsolabile vedovo di questo amore.
Elisa, rimanendo vittima dell'esplosione, espia tragicamente la sua sfida alla legge della natura. Infine anche il nano muore schiacciato dalla statua di Nemesis che, nella propria distruzione, distruggeva se stessa ed il proprio complice.

(La trama è stata tratta da: "Bianco e Nero", di Vittorio Martinelli. Il cinema muto italiano/1920.

Roma, Luglio-Dicembre, n°51, 1980, fascicoli 4-6. E da: "La rivista cinematografica" Torino, 10 Ottobre, 1921. Anno II, N.19.)

CRITICHE.
"Nemesis è uno dei pochi film buoni e riusciti che siano apparsi in questi ultilmi tempi, e che tengono alto il nome ed il valore della cinematografia italiana.

Carmine Gallone, il metteur-en-scene, è un artista completo, al buon gusto raffinato ed aristocratico, alla cultura, all'intelligenza pronta, alla fantasia del poeta, egli aggiunge una sicurezza tecnica impareggiabile e personalissima: ha, in altre parole, uno stile..
L'opera poco si presta alla riduzione cinematografica, in quanto Bourget è il più psicologo dei romanzieri e quindi agli antipodi con la cinegrafia che è sostanzialmente azione immediata ed evidente di per se stessa. Carmine Gallone è riuscito a darci un aspetto sommario, ma organico, di questo romanzo, con una sagace opera d'integrazioni psicologiche e analitiche evidenti attraverso una rappresentazione mirabile per sintesi ed efficacia.

La messa in scena in "Nemesis" è signorile, aristocratica, raffinata; sia negli ambienti interni, sia nei quadri esterni: davvero meravigliosi e vari, per bellezza pittorica e per importanza di paesaggio, questi; ricchi, lussuosi, quelli; ma ciò non di meno la verità e la misura sono osservate scrupolosamente. Ottimamente scelto e truccato quel lembo di deserto algerino, così che produce l'illusione d'una terra esotica; anche il crollo e l'incendio della villa settecentesca sono resi benissimo, come pure efficacemente resi il panico e l'affacendarsi delle persone all'improvviso disastro. Buoni tutti gli attori e la parte fotografica".

("La Vita Cinematografica, Torino, 22-28 Febbraio, 1921. Anno XII, n°7-8.)

"Nemesis della U.C.I. con Soava Gallone, direzione artistica di Carmine Gallone. Chi non ha visto questo film non può rendersi un esatto conto fino a qual punto l'arte cinematografica possa dare un'esatta concezione di ciò che artisticamente si chiama bello.
Senza tema di sbagliarmi, non esito a dire che questo film, messo alla luce dalla U.C.I., che pur già tanti trionfi conosce, sia uno dei più belli che vennero proiettati nei cinematografi.

Tanto il soggetto ammirevole, che la messa in scena, sono addirittura impareggiabili. Con un supremo intendimento d'arte, furono scelti i luoghi in cui il dramma andava mano a mano svolgendosi, vedute magnifiche incorniciavano a meraviglia le singole battute del lavoro, gli interni, rappresentavano uno sfarzo così grandioso da far dimenticare le lussuose scene della Bertini; per gli esterni non ho parole per esprimere sì la mia come la generale amirazione del foltissimo pubblico.

Alla vista di quelle magnifiche vedute, è da doversi domandare attoniti se effettivamente possono esistere vedute di tal genere.
In questo possente dramma, la Soava Gallone, già tanto ammirata, superò se stessa, facendoci noto quale suprema e sincera interpretazione ella sappia dare nei suoi soggetti d'amore.
Ottimo interprete fu anche il Capitano Ugo Cordin(Carlo Gualandri), calmo, veritiero, e nelle stesso tempo vivace, ma di una vivacità bene equilibrata che mai non cadde nel soverchio.

Bene pure il dottor Rodin e l'abate Demagurgets che dirigeva gli scavi per la ricerca della sepolta statua di Nemesis. Ottimo il nano. Splendide le fotografie che dimostravano completamente l'indiscussa capacità tecnica dell'operatore.

("La rivista cinematografica". Torino, 10 Ottobre, 1921. Anno II, n° 19.La critica è stata trovata nella rubrica:"Corrispondenze" ed in particolare dal Cinema Verdi di Tortona.)

"Nemesis._ Interpretazione di Soava Gallone e del Gualandri. Dei lavori interpretati dalla Gallone questo può ben dirsi uno dei meglio riusciti, ciò che ha ben compreso il pubblico, che ha fatto festose accoglienze al film.

La parte ricca di scene emotive ben si addice al temperamento estremamente sentimentale della Gallone, che sembra vibrare di passione in ogni atteggiamento. Ammiratissimi gli esterni riproducenti i magnifici dintorni di Siena e Firenze, ritratti da una fotografia che si può ben dire stupenda. Il Gualandri se la cava abbastanza bene per quanto sia un pò freddo in una parte che richiedeva molto slancio affettivo.

("La rivista cinematografica". Torino, 10-25 Giugno, 1924. AnnoV. n° 11-12. La critica è stata trovata nella rubrica:"Cronaca degli spettacoli" ed in particolare dal Cinema Centrale di Bologna.)

"...La magnifica sala del " Modernissimo", la prima sera e le sere successive, non aveva un posto vuoto. E invero questa Nemesis, inscenata da Carmine Gallone, costituisce un notevole avvenimento d'arte.

Soava Gallone, la miliardaria americana, accentra tutta la luce del film, una luce che la riveste d'una luminosità sorprendente. Attrice vera e grande, pur nello sfoggio delle ricche toilettes ella non posa ma si abbandona alla sua passione, una passione che qualche volta sembra veramente palpitare su lo schermo e prorompere in un grido e in uno spasimo.

Ottimo il Gualandri nei panni del Capitano Cordin."
("La rivista cinematografica". Torino, 10 Gennaio, 1921. Anno II, n°1.)

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